"Libera Brescia (Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie)" ha organizzato un concorso fotografico. Il primo in Italia. La sfida è far parlare gli immobili confiscati alla criminalità che, nella sola Brescia, sono 239 fra appartamenti, ville, capannoni e terreni.
L’iniziativa, che nasce dalla mente di Libera Brescia, ha un obiettivo preciso: «Far crescere la consapevolezza di questi beni all’interno della società. Il concorso ha l'obiettivo finale di partecipazione attiva dei cittadini attraverso fotografie che raccontino la situazione di un determinato bene, così da dare nuova vita ai beni confiscati alle mafie.
Sono 38 gli immobili confiscati e già destinati ai Comuni che rientrano in questo concorso; alcuni sono riutilizzati con successo, altri invece sono abbandonati, bloccati o semplicemente chiusi.
I partecipanti dovranno raccontare entrambe queste situazioni: sono infatti previste due categorie distinte per il concorso che è aperto a tutti, professionisti e non.
Il numero di immobili che rientrano nella «gara» è decisamente inferiore a quello dei beni confiscati presenti nel territorio di Brescia. La provincia conta 239 proprietà immobiliari e terreni che lo Stato ha sottratto alle associazioni mafiose e alla semplice criminalità: poco più del 40% sono già stati destinati agli enti locali o alle forze dell’ordine (105), più della metà dei beni è invece ancora in gestione all’Agenzia che li amministra (134).
La zona del LAGO DI GARDA, la città di BRESCIA e la VALTROMPIA rappresentano le località dove più si concentrano gli immobili confiscati che hanno già trovato una destinazione: 24 in città, sei a Desenzano, tre a Puegnago e altrettanti a Soiano; tre anche a Lumezzane, due a Concesio, sei a Pezzaze. La Valtrompia offre infatti uno sfondo ideale, rappresentato da ben 19 beni immobili sottoposti a decreti di sequestro e confisca per reati di mafia. Nell’elenco ci sono capannoni, appartamenti, intere abitazioni e terreni agricoli sparsi tra Bovegno, Pezzaze, Concesio, Villa Carcina, Lumezzane, Caino.
Questi beni, dopo essere stati sequestrati e confiscati, rientrano nella strategia di contrasto della criminalità, ma dal percorso giudiziario all’assegnazione del bene l’iter è complesso. Non a caso, tra i beni ancora in gestione all’Agenzia si contano 134 proprietà, sparse per tutta la provincia: tre a Darfo, tre a Capriano, sei proprietà a Flero, cinque a Brescia, quattro a Palazzolo, altrettante a San Gervasio e Sirmione. Il record a Torbole Casaglia: 35 immobili, confiscati dalla Procura di Milano.
Adesso la sfida è chiaramente quella di restituirli alla collettività: per l’associazione di don Ciotti se il bene viene utilizzato allora la vittoria dello Stato è piena.
Non a caso, "Libera Brescia (Associazioni, Nomi e Numeri contro le mafie)" ha dato vita ad una rete atta a moltiplicare le occasioni di interazione tra enti e istituzioni pubbliche e organizzazioni del terzo settore, allo scopo di ridare vita ad ogni immobile confiscato.
Dal concorso fotografico sono esclusi sia gli immobili rimasti allo Stato sia quelli utilizzati per l’emergenza abitativa. Sono quindi 38 gli edifici che si potranno immortalare e «raccontare» attraverso massimo tre scatti per categoria.
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