L'andamento del mercato immobiliare in Italia, secondo l’istituto
statistico ISTAT, cambia senza sosta: nel nostro paese le quotazioni
immobiliari continuano ad essere in discesa anche nei primi mesi del 2018.
Prezzi
degli immobili in calo su base annua secondo la pubblicazione ISTAT
del 6 aprile 2018; nel quarto trimestre del 2017 l'indice dei prezzi delle abitazioni (IPAB) ha fatto registrare un calo del -0,3% rispetto al
medesimo periodo dell'anno precedente. L’IPAB fa riferimento alle abitazioni
acquistate dalle famiglie italiane a prescindere da quale sia la finalità d'uso.
L'ISTAT effettua altresì una distinzione tra i trend relativi alle abitazioni già esistenti e
quelli riguardanti le abitazioni nuove.
La prima tipologia di immobile contribuisce al dato negativo menzionato,
facendo registrare una decrescita del
-0,5% tra l'ultimo trimestre del 2017 e il medesimo trimestre dell'anno
precedente. La crescita dei prezzi delle abitazioni nuove, invece, per le quali
il trend risulta essere pari a +0,7%
nel confronto tra l'ultimo trimestre del 2017 e il medesimo trimestre del 2016,
è quindi molto alta. Paragonando il quarto trimestre del 2017 e l'analogo
periodo del 2010 il prezzo degli
immobili si è ridotto del -15,1%, una percentuale davvero elevatissima. Questo
trend negativo ha riguardato in modo molto più massiccio le abitazioni già esistenti ( -20,5%), mentre
il calo dei prezzi delle abitazioni nuove in questi 7 anni si è ridotto “solo” del
-1,4%.
I
dati in questione rappresentano comunque la flessione più
lieve dall'ormai lontano 2012. La ripresa è lenta e lieve ma, secondo i
dati posti in evidenza dall'Osservatorio
del Mercato Immobiliare dell’Agenzia delle Entrate riguardante il settore
residenziale, i volumi di compravendita
sono in crescita.
Importanti
differenze tra Nord e Sud Italia si riscontrano però nella situazione
immobiliare nazionale. A questo scopo i dati posti in evidenza
dall'osservatorio del portale Immobiliare.it
fanno emergere differenze importanti sia
tra Nord e Sud, che tra centri di grandi e piccole dimensioni. Nel primo
trimestre del 2018 i valori degli immobili si sono ridotti su base
congiunturale del -0,5% a Sud e del -0,3% al Centro, a Nord invece la situazione
si è rivelata stabile. Per differenziare i trend relativi a grandi e piccole
città, Immobiliare.it ha effettuato una distinzione tra centri di dimensioni superiori a 250.000 abitanti e
centri con una popolazione inferiore a tale soglia. Ne è derivato che, nelle
città più grandi, nel primo trimestre del 2018 il valore degli immobili è cresciuto del +0,3% rispetto al
trimestre precedente, mentre nelle città di dimensioni più piccole si è
registrata una diminuzione del -0,7%.
Le metropoli quindi godono di una domanda immobiliare molto più cospicua. A
conferma di questo vi è la netta forbice di prezzo che
distingue gli immobili delle città grandi da quelli delle città piccole: nei centri con oltre 250.000 abitanti il costo medio è di
2.547 euro/mq, mentre nelle città dalle dimensioni inferiori a tale
soglia il costo medio è di 1.643 euro/mq.
L’Italia resta l’unico paese europeo con un
trend negativo. Secondo l'ISTAT le quotazioni immobiliari in
Italia sono ancora in discesa, in confronto all’andamento del mercato
immobiliare a livello comunitario: l'Italia è oggi il
solo paese europeo in cui ancora non si è registrato un segno positivo nella
ripresa dei prezzi relativi agli immobili. In Italia il mercato
immobiliare fa davvero molta fatica a riprendersi e le ragioni di questa
tendenza sono la precarietà ed incertezza
lavorativa, la crisi del sistema bancario e la
pressione fiscale e
non solo.
Il mercato immobiliare italiano risente sia del dato occupazionale in generale,
sia della precarietà lavorativa, per via della quale sempre meno persone
richiedono un mutuo giovani o altre forme di
finanziamento finalizzate all'acquisto di una casa: nel mercato del lavoro
dilaga la precarietà, di conseguenza tantissime persone evitano di compiere il
passo dell'acquisto di una casa proprio perché consapevoli del fatto che
potrebbero ritrovarsi senza un reddito. Influisce anche negativamente sulla
floridità del mercato immobiliare anche la debolezza
del sistema bancario italiano. Circa i dati presentati dall'ISTAT è necessario
fare delle riflessioni anche per quel che riguarda il peso fiscale legato al possesso di un immobile, il quale è
cresciuto in modo importante negli ultimi anni. I pesanti oneri fiscali che
devono essere rispettati dai proprietari di immobili hanno sicuramente un ruolo
importante nel rallentamento della ripresa dei prezzi di questi beni in Italia:
perché? Da un lato i proprietari di immobili che desiderano liberarsi del loro
bene sono disposti a rivedere al ribasso il prezzo proprio per poter evitare di
dover pagare tasse così esose, dall'altro le elevate tasse rappresentano un
freno anche per i potenziali acquirenti, di conseguenza a fronte di una domanda
più debole è inevitabile che i prezzi facciano fatica a salire.
Bisogna però sottolineare che nel periodo precedente alla crisi, i prezzi degli
immobili avevano raggiunto dei livelli davvero elevatissimi per via di un
mercato molto florido, di conseguenza è comprensibile il fatto che nel nostro Paese
il riallineamento verso simili quote si riveli molto più lento e complesso
rispetto ad altri Paesi.
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